I lavoratori possono essere esposti ad un gran numero di pericoli per gli occhi e il viso. I datori di lavoro devono garantire che i dipendenti abbiano gli occhi o la faccia protetta tramite DPI (dispositivi di protezione individuali) qualora siano esposti a pericoli da particelle volanti, metallo fuso, prodotti chimici liquidi, acidi o liquidi corrosivi, gas o vapori chimici, materiale potenzialmente infetto o radiazione luminosa potenzialmente dannosa.

Molte lesioni agli occhi sul lavoro si verificano perché i lavoratori non indossano alcuna protezione per gli occhi, mentre altri risultano indossare protezioni per gli occhi improprie o che non si adattano. I datori di lavoro devono essere sicuri che i loro dipendenti indossano protezioni per gli occhi adeguate e devono assicurarsi che la forma scelta di protezione è adeguata al lavoro svolto ed adeguatamente adatta ogni lavoratore esposto al pericolo.

Quali sono in genere i Rischi per la Vista sul Lavoro?

I pericoli per il viso e soprattutto per gli occhi possono essere classificati in base alla loro azione:

  • rischi ottici (la luce naturale e artificiale o le sorgenti di radiazioni causano una gran parte delle lesioni agli occhi, in dipendenza della lunghezza d’onda);
  • rischi meccanici (polvere a grana grossa e fine, particelle ad alta velocità, corpi incandescenti e metalli); 
  • rischi chimici (aerosol e aeriformi, spruzzi o gocce di soluzioni chimiche che possono penetrare nell’occhio, corrodere la retina e danneggiare la vista); 
  • rischi termici (il freddo può causare lacrimazione protratta, il calore può provocare infiammazioni o ustioni).

E la protezione dai rischi di proiezione legati alle lavorazioni meccaniche, all’utilizzo di sostanze chimiche e all’esposizione a radiazioni ottiche che “potrebbero danneggiare l’occhio stesso o alterare la visione si può ottenere con dispositivi diversi, anche in funzione alla necessità di proteggere il viso”.

Quali sono i DPI di protezione degli occhi e del viso?

Per quanto detto prima possiamo riassumere la molteplicità di dispositivi oggi in commercio, in queste tre principali tipologie di DPI

  • occhiali di protezione: “sono formati dalla montatura, che deve posizionarsi in modo perfetto sul volto, e dalle lenti (UNI EN 166), la cui dimensione determina l’ampiezza del campo visivo. La presenza di ripari laterali evita la penetrazione laterale sia di sostanze che di radiazioni. In commercio si trovano occhiali di protezione con ripari laterali dotati di aperture per l’aerazione. Sia la montatura che le lenti devono mantenere le loro caratteristiche al variare della temperatura e dell’umidità (anche dovuta al sudore), e quindi devono essere costituiti con materiali non deformabile né infiammabile, e contemporaneamente non nocivi per la salute”;
  • maschere / occhiali a visiera: “fissate direttamente tramite bardatura al capo o al casco, le visiere proteggono non solo gli occhi ma tutto il volto dalle schegge, dalle sostanze chimiche o radiazioni, ma non forniscono protezione laterale. La finestra della visiera contiene lastre trasparenti, leggere, filtranti, facilmente sostituibili e regolabili”;
  • schermi / ripari facciali di protezione: “gli schermi di protezione sono generalmente fissati all’elmetto di protezione o ad altri dispositivi di sostegno, ma non sono completamente chiusi. Devono proteggere dalle schegge, dagli schizzi, dalle scintille, dal calore radiante e dalle sostanze chimiche e devono essere difficilmente infiammabili. Alcuni schermi hanno lastre di sicurezza trasparenti con azione filtrante. Una lamina posizionata nella parte interna dello schermo protegge dalle scariche elettrostatiche. Gli schermi a mano sono formati da una costruzione in materiale leggero con apertura per lastra scambiabile. Vengono tenuti con la mano e salvaguardano gli occhi, il viso e parti del collo da materiali scagliati, spruzzi e radiazioni. Le cappe, in diversi materiali, vengono impiegate insieme all’elmetto di protezione o altri dispositivi di supporto. A differenza degli schermi, sono praticamente chiuse, coprono anche la testa e nel caso le spalle e sono munite frontalmente di lastre di protezione trasparenti sollevabili, le quali, a seconda della loro efficacia protettiva, possono presentare anche azione filtrante”.

criteri di scelta che portano a preferire un dispositivo rispetto l’altro, spesso fanno riferimento ai rischi correlati alla proiezione di corpi solidi:

  • “proiezione di corpi solidi a bassa energia: in questo caso gli occhiali a stanghetta sono da ritenersi idonei;
  • proiezione di corpi solidi a media energia: in questo caso gli occhiali a maschera sono da ritenersi idonei;
  • proiezione di corpi solidi ad alta energia: in questo caso gli schermi facciali sono da ritenersi idonei”.

In particolare, vista la maggiore incidenza di casi, riportiamo a titolo esemplificativo alcuni rischi di natura meccanica:

  • “proiezione di particelle metalliche: macchinario per la lavorazione del metallo, trucioli di saldatura, rivettatura, taglio di fili in metallo, molatura;
  • proiezione di particelle di pietra o minerali: sabbiatura, lavorazione della pietra, scultura, molatura, trapanatura di rocce;
  • proiezione di particelle legnose/fibrose: tornitura del legno, abbattimento degli alberi, rimozione della boscaglia;
  • particelle grossolane sospese nell’aria: miscelazione del cemento, lavorazione della pietra, segatura del legno, sabbiatura orbitale, stoccaggio granaglie, macinatura della farina, estrazione e lavorazione del carbone;
  • spruzzi/schizzi di metallo fuso: colate di metallo, scrematura del metallo, pressofusione, taglio con fiamma del metallo, brasatura;
  • acqua ad alta pressione: taglio a getto d’acqua”.

categoria dpi vista

Come sono fatti i DPI di protezione per il viso e gli occhi?

dispositivi di protezione sono generalmente composti “da un elemento portante (montatura occhiali, guscio schermi e maschere) e da lenti e lastrine sostituibili”.

In particolare gli occhiali devono essere:

- “robusti;

- esenti da bolle;

- resistenti agli urti”, alla combustione, alla corrosione (parti metalliche) e alla disinfezione e avere bassa conducibilità termica;

- privi di sporgenze o irregolarità, al fine di evitare danno, disagi agli utilizzatori;

- atossici, inodori e fisiologicamente inerti, tali da non causare irritazioni cutanee agli utilizzatori;

- regolabili in lunghezza;

- privi di effetti che deformano l’immagine, quindi la parte ottica deve non solo essere perfettamente alloggiata e rifinita, ma avere una trasparenza ottima, senza effetti di tipo astigmatico o sferico o prismatico”. E quest’ultima caratteristica – la “Classe ottica” - ha 3 livelli, “in cui la classe 1 è quella con minore deformazione e quindi il DPI è adatto per un uso prolungato mentre quando è di classe 3 (deformazione più accentuata) deve essere utilizzato per brevi periodi”.

Inoltre il tipo di oculare, cioè il vetro della lente, “potrebbe essere:

- organico termoplastico a base di carbonio (plastica);

- minerale a base di silice;

- organico termoindurente a base di resine sintetiche (infrangibile)”.

Si ricorda che le lenti (oculari) “possono essere classificate in base al tipo di filtrazione, specifici per ogni tipo di rischio e conformi ad altre EN, e possono essere anche correttive. Particolari rivestimenti superficiali possono conferire alle lente stesse specifiche caratteristiche superficiali”. E ai lavoratori dovrebbe conoscere la differenza strutturale tra:

- “vetri di sicurezza (con resistenza alla rottura);

- vetri composti (in caso di rottura la parte rivolta verso l’occhio rimane intatta perché trattenuta da una pellicola di plastica);

- vetri temperati (in cui in caso di rottura i vetri si disperdono in piccolissimi pezzi non taglienti)”.

 

Contattaci per avere maggiori informazioni sulla normativa, sugli adempimenti e la formazione che la tua azienda deve rispettare. Si tratta di obblighi che ti eviteranno di incorrere in sanzioni e che rendono sicuro il tuo luogo di lavoro o la tua attività.

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