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Laboratorio Analisi Ambientali
Analisi Arsenico
Il Programma internazionale sulla sicurezza chimica (IPCS), a seguito di svariati studi epidemiologici, ha concluso che l’assunzione a lungo termine di arsenico con acqua potabile causa un aumento dei rischi di cancro della pelle, polmoni, vescica e reni, e altre malattie cutanee, come ipercheratosi e variazioni della colorazione.
I sintomi più frequentemente osservati dopo periodi di circa 5 anni di consumo di acqua contaminata da Arsenico solo le lesioni cutanee.
Nei bambini, dopo 7 anni sono stati osservati effetti sul sistema cardiovascolare.
Come sono stati stabiliti i limiti?
Il limite per la concentrazioni di Arsenico nell’acqua destinata al consumo umano è 10 µg/l. Questo valore è stabilito dal D.Lgs 31/10 “Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano”.
I valori limite sono fondati sugli orientamenti stabiliti dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nelle Linee guida per la qualità dell’acqua da bere.
Nell’acqua proveniente dalle falde idriche della Pianura Padana, spesso, si trovano concentrazioni di Arsenico superiori a 10 µg/l. 1 µg (microgrammo/litro) è un milionesimo di grammo.
Come arriva l’arsenico nell’acqua?
L’arsenico è un semimetallo naturalmente presente nel sottosuolo di diverse zone dove si trovano le falde acquifere dalle quali pescano i pozzi. L’acqua, durante il passaggio nelle falde, scioglie le sostanze solubili con le quali viene a contatto. Tra queste, svariati metalli e i semimetalli, come l’Arsenico.
Non è stato possibile stabilire una profondità alla quale sia meno probabile trovare Arsenico. Per questo motivo, non si riesce a stabilire a priori una profondità di sicurezza alla quale spingere i pozzi.